Dipinti, installazioni, musica… Le opere d’arte colpiscono i sensi, fanno vibrare le corde più profonde dell’anima.
«Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti e i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Così, nel 1817, lo scrittore francese Stendhal descrisse che cosa aveva provato contemplando la basilica di Firenze. Una sensazione forte, che oggi è riconosciuta come una vera e propria condizione neurologica e che può scatenarsi di fronte alla bellezza soverchiante dell’arte. Le vertigini, il polso accelerato e le difficoltà a respirare, che caratterizzano la sindrome di Stendhal, sono disturbi transitori, che colpiscono soltanto poche persone. Ma senza arrivare a quegli estremi, tutti siamo sensibili a qualche forma d’arte. Al punto che un’intera branca delle neuroscienze la neuroestetica, fondata dal neurobiologo britannico Semir Zeki dedicata a spiegare i meccanismi percettivi, emotivi e cognitivi che entrano in gioco quando si osserva o si crea un’opera. Prendiamo un dipinto: «Al di là della sua qualità artistica, per i nostri sensi è prima di tutto uno stimolo percettivo, caratterizzato dalla forma, dalla composizione dei colori, dal contenuto, e in seconda battuta dal contesto storico e culturale in cui è stato prodotto», spiega Francesca Bacci, storica dell’arte e curatrice della Fondazione Socin (Bolzano). La forza racchiusa in un’immagine dipende da ciascuno di questi elementi.
“Se a emozionarti è un quadro” è stato scritto da Nicla Panciera ed è stato pubblicato su Focus Extra n.76 nell’agosto del 2017.
L’arte ha un profondo impatto sul cervello umano, suscitando emozioni intense e attivando diverse aree cerebrali. La neuroestetica studia i meccanismi percettivi, emotivi e cognitivi coinvolti nell’esperienza artistica, rivelando che alcune reazioni emotive sono universali, legate a caratteristiche come forme, colori e ritmi. Tuttavia, il gusto personale e l’interpretazione di un’opera sono influenzati anche da fattori culturali, esperienze individuali e familiarità con il contesto artistico.
Sia la pittura che la musica hanno la capacità di attivare i centri del piacere nel cervello, ma la musica coinvolge anche aree legate alla pianificazione, all’attenzione, alla memoria e al movimento.